La musica ha accompagnato, fin dall’infanzia, la giovane e talentuosa Camilla Battaglia che, dopo gli studi di filosofia presso l’Università Statale di Milano e una laurea in canto ottenuta col massimo dei voti alla Siena Jazz University, si è dedicata a tempo pieno lavorando con grande passione e professionalità, due qualità imprescindibili quando si intraprende il mestiere artistico.
Nel 2010 Camilla ha realizzato il suo primo album da vocalist accompagnata dal trio di Renato Sellani e da allora ha partecipato a diversi concorsi nazionali e internazionali che le hanno permesso di ottenere importanti riconoscimenti. ‘Tomorrow-2More Rows of Tomorrows’, edito nel 2016 da Dodicilune, è il titolo del secondo album nato da una ricerca sul linguaggio e da una collaborazione con Andrea Lombardini, Roberto Cecchetto, Nicolò Ricci, David Binney, Federico Pierantoni, Bernardo Guerra.
Oggi, la incontriamo per parlare di uno dei suoi ultimi lavori e scopriamo non solo una grande artista, ma anche una ragazza estremamente gentile e disponibile che speriamo di poter accogliere un giorno a Bordeaux.
« Emit: Rotator Tenet » è il suo terzo album, uscito nel 2018 per l’etichetta Dodicilune. Una riflessione sul tempo attraverso la scienza, la filosofia e le poesie di cui si è impregnata nel corso dei suoi studi e non solo. Ce ne vuole parlare partendo proprio dal titolo, composto da due parole palindrome e dalla parola tempo scritta al contrario. Un titolo che fa pensare molto ad un gioco di parole.
Ho scritto la musica di questo disco principalmente a Copenhagen, mentre finivo il mio master in composizione, e approfondivo, grazie alle diverse influenze incontrate in quegli anni così densi di ascolti e incontri con musicisti da tutto il mondo, tecniche compositive basate sull’incrocio tra parole e numeri.
La volontà era mostrare attraverso parametri musicali la teoria secondo la quale il Tempo, lineare così come lo percepiamo noi (passato-presente-futuro), sia una semplice illusione.
Volevo che l’album fosse come un wormhole, un ‘cerchio sferico’ che permettesse idealmente all’ascoltatore di percepire la quadrimensionalità dello spazio/tempo, di perdere il senso lineare di percezione del suo scorrimento. Per questo l’album finisce con la stessa traccia con cui inizia in effetto reverse.
Il titolo è venuto di conseguenza con la volontà di usare parole palindrome una delle quali era la stessa parola ‘time’ e in cui le altre fossero connesse proprio al principio rotatorio secondo il quale si configura il tempo nella nostra dimensione, dove tutto si ripropone ciclicamente
EMIT: ROTATOR TENET ovvero EMANAZIONE: la ROTAZIONE è la GUIDA mentre all’inverso
TENET ROTATOR: TIME ovvero PRINCIPIO ROTATORIO: TIME (TEMPO).
In questo album dove le parole hanno un posto importante, è accompagnata da grandi musicisti. Che ruolo ha la musica in questo progetto e com’è nata la vostra collaborazione?
I parametri musicali, quelli che effettivamente posso permettermi di padroneggiare il più approfonditamente possibile sono i veri protagonisti di questo album dove ho cercato di sperimentare assi di interplay melodico e ritmico sempre diversi tra gli strumenti della band.
Ogni strumento aveva assoluta indipendenza rispetto al ruolo degli altri, creando quasi costantemente quattro o cinque linee di pensiero che si intrecciano/si scontrano/si compenetrano attraverso ogni singolo brando del repertorio.
Ho lavorato con Andrea Lombardini dal 2014, fedelissimo compagno di tutte le mie avventure musicali, nonché il produttore del mio album in solo Perpetual Possibility di prossimo uscita autunno 2022. Un musicista straordinario, versatile e per me un vero maestro da cui ho imparato e imparo tuttora moltissimo.
Ho conosciuto Bernardo Guerra nel 2015 e da quando abbiamo registrato Tomorrow-2 more rows of tomorrows proprio lo stesso anno ho sentito di aver trovato un compagno di squadra, un centro (una ritmica) solido sul quale costruire una band. Un paio di anni dopo ho conosciuto il talento prorompente di Michele Tino al sax alto,
con cui ancora collaboro in altre formazioni.
All’interno del tessuto compositivo ho pensato per mesi a quanto sarebbe stato speciale poter avere la partecipazione di uno dei miei idoli assoluti, Ambrose Akinmusire, che si è unito a noi per la registrazione di 3 tracce.
Lei è molto giovane; eppure ha già vissuto a Copenaghen, Amsterdam e attualmente Berlino. Cosa l’ha spinta a lasciare il nostro paese e cosa le ha portato musicalmente il fatto di vivere all’estero?
Amo viaggiare. Mi piace sentirmi in movimento e potermi confrontare sempre con quello che è diverso da me e per questo nella vita ho viaggiato tanto e spero di poterlo fare sempre di più. Dal punto di vista musicale è lo stesso. Negli anni ho potuto ascoltare, imparare e lavorare con musicisti sempre diversi e con background e prospettive sulla produzione musicale che mi hanno aiutata a non smettere mai di mettermi in discussione come musicista e come compositrice.
Ancora oggi si pensa che un certo tipo di musica, in particolare quella di sperimentazione, sia per pochi, per un pubblico di nicchia. Lei è d’accordo? E se fosse così, cosa si può fare per avvicinarla ad un pubblico più largo?
Il nostro paese non ha una vasta tradizione (anche se esistente e fondamentale) di sperimentazione musicale e come tale fatica a coinvolgere un pubblico che più che folto, cosa che non ci si aspetta comunque nell’ambito della musica di ricerca, comprenda almeno uno spettro demografico vagamente più ampio di quello attuale che purtroppo è sempre più distante dal sentirsi partecipe e adeguato.
La mia speranza è che gli addetti ai lavori imparino a comunicare relativamente alla produzione dei musicisti contemporanei in maniera sempre più consapevole, permettendo al popolo della mia generazione o quella successiva di non sentirsi completamente inadatto nel partecipare ad una performance di musica di ricerca.
Camilla è veramente un fiume in piena che stupisce per la creatività e la ricchezza dei progetti.
Dall’incontro a Berlino con la bassista Rosa Brunello è nato il progetto ‘A Song has a Thousand Years’ attraverso il quale vengono rilette canzoni di epoche e contesti musicali diversi dalla canzone italiana alla musica contemporanea.
Sanguigna Ensemble è un sestetto elettro-acustico con musica di sua composizione dedicato alla poesia di E.E. Cummings.
Vi segnaliamo anche ELEkTRA un large ensemble di 11 elementi che esegue una suite di sua composizione dedicato a figure femminili archetipe, di cui è uscito un singolo nel 2020 Dead Butterfly per l’etichetta americana 21Sound/Ropeadope in anticipazione dell’album di prossima uscita.
Infine, l’album Perpetual Possibility. Una performance per sola voce ed elettronica dedicato ai Quattro Quartetti di T.S.Eliot.
A noi non resta che ringraziare Camilla per questa bella chiacchierata e a tutti voi augurare una buona lettura e un buon ascolto!
Stefania Graziano