Carlo Verdone : Compagni di scuola

“Compagni di scuola” è un film di Carlo Verdone, del 1988, in cui viene raccontata la riunione di una classe di liceo, quindici anni dopo il diploma. Tutti sono cambiati, altri sono rimasti uguali, altri invece non ci sono più. L’emozione è tanta perché vengono messe a nudo le fragilità di quelli che un tempo erano ex ragazzi, oggi uomini, travolti dal mondo adulto che continua a scontrarsi con l’incoscienza di un tempo che forse non è mai andata via. Verdone ha deciso di scrivere questo film dopo una rimpatriata con i suoi ex compagni del liceo, nel 1983, a seguito di una cena in un ristorante sulla Flaminia. Gli ex compagni di Verdone erano diventati medici, avvocati eppure, in quell’occasione, avevano preso di mira un loro ex compagno al quale tiravano dietro sempre il cancellino. Erano cambiati tutti ma non era cambiato nessuno. Una rimpatriata triste, reale, vissuta da Verdone che ha portato alla nascita di questo film, prodotto da Cecchi Gori che in un primo momento definì il film triste e logorroico ma che alla fine decise di fidarsi. “Compagni di scuola” è stato girato alla fine di agosto del 1988, in nove settimane all’interno di Villa dei Quintili, sull’Appia Antica, mentre Roma era deserta e la pellicola si riempiva lentamente con immagini.

Il film inizia con Federica (Nancy Brilli), proprietaria di Villa Scialoja, che si trucca davanti allo specchio in modo lento, con uno sguardo che non trasuda vanità ma un filo di tristezza. Contemporaneamente arriva il primo ospite,  alle ore 18.00, con una macchina rossa che, però, distrattamente, passa sopra una vecchia radice di un albero di pino e rompe la coppa dell’olio: si tratta di Walter Finocchiaro (Angelo Bernarbucci). Meno distratto all’ostacolo che incombe sul tragitto è invece Piermaria Fabris (Fabio Traversa), che la schiva con prudenza a bordo della sua piccola autovettura bianca e saluta l’amico, portando in mano un mazzo di fiori. Finocchiaro, però, non lo riconosce. “Ma che me stai a pija per culo ao”, risponde Finocchiaro, mentre Fabris spiega che si trovava al primo banco a destra. Entrano in casa e vengono accolti dal cameriere che nel mentre si pettina. Una foto campeggia vicino al juke box, quasi al centro della casa. E’ la foto dell’ultimo anno, con Fabris pieno di capelli e più giovane.

Pian piano arrivano tutti, seduti sul divano, gli ex compagni di classe rievocano i cambiamenti estetici, fanno parallelismi e ironizzano su Fabris. Nel film emergono subito le questioni personali che si intrecciano con l’esigenza di una classe di adulti che cercano spensieratezza. C’è per esempio la moglie di Ruffolo, chiamato Er Patata, che chiama per sapere se il marito era arrivato. Tante le risate per la voce e il modo in cui si pronuncia la Signora. Un’entrata a gamba tesa e importante proprio come quella di Gloria (Luisa Maneri), che arriva in Villa con il piccolo Matteo, suo figlio, spiegando a tutti che se non avesse portato lui non sarebbe venuta lei. Non spiega di chi è il piccolo, non si conosce il padre. Neppure Federica, la padrona di casa, parlerà del suo matrimonio durante il film, a parte in qualche sporadico momento. Chi invece non nasconde nulla, a parte la faccia con una calza prima di entrare in Villa, è Ciardulli, in arte Tony Brando (Christian De Sica), che viene bloccato a terra dalle guardie del Sottosegretario Valenzani (Massimo Ghini).

Adulti che ricordano la spensieratezza del liceo, che si confrontano con l’età adulta e i traguardi raggiunti. Molti non si sono sposati, altri ancora vivono matrimoni infelici e altri ancora mancano all’appello perché sono morti, come Barbagallo. Ci sono le coppie che ormai, pare, non funzionano più da molto tempo ma nate tra i banchi del liceo, come quella tra Luca Guglieli (Piero Natoli) e Valeria Donati in Guglielmi (Eleonora Giorgi). Un amore travolgente ma sfiorito, supportato dal sostegno psicologico di Maria Rita (Athina Cenci). Tra un appello e l’altro, Fabris abbandona gli ex compagni di classe e torna indietro, incrociando Er Patata (Verdone) che arriva in ritardo dopo essersi perso e che per giunta rompe la coppa dell’olio. L’armonia dell’appello viene improvvisamente spezzata dall’arrivo di Armando Lepore (Maurizio Ferrini) e Lino Santolamazza (Alessandro Benvenuti), quest’ultimo arriva in carrozzina a seguito di un incidente stradale che viene fatto credere agli ex compagni di classe, in realtà si tratta di una recita. L’arrivo di Patata comporta il confronto telefonico con la moglie Cinzia che lo riempie di ansie, pressioni e gelosie. Un nervosismo che il professore trasforma nella ritualità dell’accensione di una sigaretta finta, di plastica, come un effetto placebo per alleviare la tensione.

Anche l’apparente sicurezza di Tony Brando scricchiola lentamente nel momento in cui chiede a Valenzani una mano con l’ostracismo ingiusto della Rai nei suoi riguardi. La sua “collant collant” che lo avrebbe portato alla chiusura di porte e opportunità a causa di un balletto che avrebbe anticipato il discorso di “Madonna, di Prince”. Mentre Piero “Er Patata” si confida con la psicologa Maria Rita sui suoi problemi familiari, negando ogni altra forma di rapporto extraconiugale, gli ex alunni ricevono da Federica la “noce dei desideri” in argento. Gloria vorrebbe metterci i dentini del piccolo Matteo, mentre Er Patata si apparta per parlare al telefono proprio nella stanza in cui il piccolo dorme. Gli amici ascoltano e scoprono che ha una relazione extraconiugale con una sua alunna, Cristina, che vive a casa con i genitori in una situazione delicata, con un padre che li ha già beccati una volta.

Intanto Ciardulli, non contento delle palle raccontate a Valenzani, che “se lo vede in televisione cambia canale”,  cerca di attaccare bottone anche con Finocchiaro, tirando fuori dal cofano della sua macchina un quadro: il Sironi. Il quadro, “che zinne viola”, del periodo pessimista. Ciardulli poi cala la maschera dicendo che deve coprire un assegno ma questa volta il pesce non abbocca! Intanto Margherita Serafini (Giusi Cataldo) e Francesco Toscani (Giovanni Vettorazzo) continuano a scambiarsi tenerezze: tra musica, piccole carezze, ricordi lontani e uno sguardo che non si allontana mai. Un amore che non è mai sbocciato ai tempi del liceo, forse per immaturità o per paura, forse per timidezza o per delle frasi non dette che hanno portato, entrambi, a fare delle scelte di vita totalmente diverse. Dopo tanti anni, improvvisamente, quella strada torna ad essere ripercorsa da entrambi, senza il mondo fuori che incrocia le loro vie, senza le scelte sbagliate o gli errori che si accavallano. Cala la sera a Villa Scialoja, la musica smorza i toni  e ognuno si abbraccia con qualcuno condividendo tenerezze con i Trolls in sottofondo, confidenze e piccoli spaccati di vita, come una valvola al cuore artificiale che comunque non ha cambiato la normalità, amori che finiscono ma che tentano di riunirsi, il desiderio di maternità di qualcuno e qualche amore che non sboccia ma che si consuma in un abbraccio.

Intanto Piero Ruffolo prende coraggio, grazie all’incoraggiamento di Valenzani, e va a prendere la sua amante Cristina. Un incoraggiamento che arriva dopo una velata promessa del Sottosegretario che apprende del suo posto al liceo privato sulla Cassia. Anche la figura di Valenzani è particolare: dal punto di vista professionale sicuramente è quello che si è posizionato meglio, ma dal punto di vista umano emerge la solitudine di un uomo circondato da ex compagni di classe che cercano di far leva sulla sua posizione sociale per ricavarne beneficio. Tutti, in un modo o nell’altro, cercano di ottenere qualcosa da lui. Lo stesso concetto si applica con la Psicologa Maria Rita. Nel film emerge l’ipocrisia dell’essere umano che si manifesta con l’egoismo di ognuno dei personaggi, in cerca di un posto migliore nel mondo grazie all’aiuto degli amici che ricoprono un ruolo decisionale. Un accanimento di richieste che si ripercuote nelle reazioni di due personaggi, professionalmente affermati e inquadrati ma dal punto di vista umano deboli tanto quanto i loro ex compagni di classe: Valenzani, che di nascosto si rinchiude in bagno e consuma cocaina. Maria Rita, invece, durante un eccesso di alcol, abbandona le sue riserve per mostrarsi disinvolta e senza freni con Ruffolo. La riflessione che aprono queste due figure, nei loro rispettivi momenti, è indubbiamente la necessità intrinseca di ogni individuo di essere ascoltato, sostenuto, e non soltanto di ascoltare o ricevere richieste d’aiuto in base alla posizione sociale.

I toni del film diventano introspettivi e sentimentali, la festa e la spensieratezza del liceo si scontra con un mondo adulto con il quale, ormai, i protagonisti del film devono convivere ogni giorno. Quel mondo adulto che forse hanno sempre voluto evitare e che adesso li ha travolti con i problemi e le piccole sfumature. Valeria e Luca sono una coppia nata tra i banchi di scuola. Un amore travagliato ma finito. Lei ha una nuova relazione e vuole il divorzio, lui non più da sette mesi. Sembra però che la storia non sia finita e Luca, facendo il fumettista, continua a mandarle dediche e vignette per dimostrarle il suo amore. Piero Ruffolo si fa convincere da Valenzani e, alle 22.00, sale a bordo della macchina, guidata dall’autista Ennio, per andare a prendere la sua amante studentessa Cristina, mentre il padre li guarda dall’altro. In villa, intanto, si balla, si ascolta musica e si gioca a pocker e Ciardulli, in arte Tony Brando, perde tutto, poi chiede un aiuto agli ex compagni, con un cappello in bocca. Finocchiaro scopre che dalla sua noce d’argento mancano 400 mila lire e la colpa ricade immediatamente su Ciardulli: si spoglia, sotto l’occhio di tutti gli ex compagni di classe, mentre la giovane Cristina osserva impassibile quello che non è un gioco. Il telefono di Villa Scialoja suona improvvisamente: si tratta del suocero del 36enne Piero Ruffolo che riceve una telefonata da parte del padre di Cristina. Quella che avrebbe  dovuto essere una serata intima per Piero e Cristina, diventa improvvisamente il sottofondo amaro di una solitudine latente. Piero è costretto a scegliere, ad andar via, mentre il temporale fuori incombe e la luce si spegne a Villa Scialoja. Parallelamente Valenzani coglie l’attimo e inizia la danza di corteggiamento con Cristina, tra le candele accese sul tavolo, la pioggia in sottofondo e l’ingenuità della giovane. Ci sono poi gli amori che arrivati tardi, come quello tra Margherita e Toscani, che si salutano con un appassionato bacio alla finestra e un orecchio che diventa il ricordo più bello di una serata che potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo, o forse no. Ci sono poi amore, come quello tra Luca e Valeria, che invece si riaccendono proprio come ai tempi del liceo, forse con la stessa ingenuità e spensieratezza di un tempo.

Mentre il teatrino di Lino in carrozzina crolla, grazie a Ciardulli, c’è invece Er Patata che dal canto suo affronta il suocero e la moglie al porto. Un incontro che non sarà risolutivo perché rappresenterà la pietra tombale sul suo matrimonio. Una presa di coraggio che doveva essere un nuovo inizio per il Professore 36enne, pieno di ottimismo che ritorna alla Villa. Qualcosa cambia però perché non trova la sua amata Cristina ad aspettarlo: dov’è? Si chiede. I suoi ex compagni sono al mare, alcuni si abbracciano, altri ancora sono in acqua e altri ancora ridono e scherzano. Ma la giovane studentessa Cristina? Si trovava con Valenzani, dentro una cabina della spiaggia. La giovane piange, si riallaccia i vestiti. E’ stata abusata? Non è chiaro nel film se c’è stato un abuso oppure no. Ruffolo e Valenzani si picchiano, quest’ultimo poi abbandona la spiaggia. La giovane piange. E’ già l’alba. Gli ex compagni di classe sono in pochi ormai, qualcuno beve caffè, altri si pettinano e alcuni di fanno la doccia. Ormai la festa è finita e la spensieratezza della sera prima ha portato a galla un cumulo di problemi dell’età adulta. La giovane Cristina viene accompagnata a Roma da Maria Rita. L’amore tra la giovane studentessa e Piero Ruffolo finisce, si cancella improvvisamente, forse a causa di un fatto grave. E’ alba a villa Scialoja, gli ex studenti sono in salotto e  tutto ormai è finito. La bella Federica scende con le valigie in mano, anche per lei è cambiato tutto. Deve lasciare la casa perché è stata sfrattata. Tutto cambia, per tutti. Piero Ruffolo, che ha lasciato moglie e che si è visto sfumare il rapporto con la bella e giovane Cristina, trova per terra una cicca di sigaretta e fa due tiri: una chiara consapevolezza del cambiamento in un uomo che ha vissuto e convissuto con la paura, affrontandola con le piccole ritualità che, forse, in questo contesto, fanno parte dell’immaturità. In cosa, invece, Ruffolo acquisisce consapevolezza e non è più Er Patata ex liceale ma Piero, professore e uomo adulto pronto a vivere un presente reale e complesso.

Angelo Barraco

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